02/04/14

François Boucher, pittore di grande successo sotto Luigi XV

François Boucher (Parigi, 1703-1770)

I primi anni di François Boucher sono tutti dedicati al disegno, la copia e la stampa. Si guadagna da vivere lavorando come illustratore nell'officina di J. F. Cars. Offre miniature di tesi, participa anche alla "Storia della Francia" di Daniel stampata da Baquoy, e lavora sulle opere di Molière.


Madame de Pompadour
Madame de Pompadour, 1756
François Boucher
Alte Pinakothek, Monaco, Germania


Di seguito a una formazione presso François Lemoine, vince il Prix de Rome nel 1720 e rimane in Italia dal 1727 al 1731 come residente alla Villa Medici. È ammesso all'Academia Reale di Pittura e Scultura come membro nel 1734.


Ragazza distesa
Ragazza distesa (dettaglio), probabilmente Marie-Louise O'Murphy, 1752
François Boucher

Alte Pinakothek, Monaco, Germania




Dal 1747, François Boucher gode della protezione di Madame de Pompadour e ottiene un appartamento al Louvre. Gli fu affidato numerosi ordini reali: la camera da letto della Regina, gli appartamenti del Re Luigi XV e la decorazione della sala da pranzo al castello di Fontainebleau e l'Hôtel de Soubise (attuale Archives de France)...


Nascita di Venere
Nascita di Venere, circa 1750
François Boucher
Wallace Collection, London, UK


François Boucher risponde a tutte le richieste. La sua forza è quella di avere uno stile che piace a tutti, ma anche che si adatta perfettamente con le domande del periodo. Dipinge scene mitologiche e pastorale con una graziosa virtuosità, scene di interni borghesi, ritratti allegorici e nudi femminili.


La sala Boucher
La sala Boucher, pannelli dipinti da François Boucher
The Frick Collection, NY, USA



Pittore prolifico, ha eseguito più di dieci mila disegni, vero touche-à-tout degli Arti, François Boucher divide il suo tempo tra le manifatture reali di Beauvais e dei Gobelins. I suoi ornamenti per la manifattura di Sèvres (1757-1767) e le sue numerose scenografie realizzate per il teatro e l'opera fanno di Lui il decoratore il più fantasioso del suo tempo.


La danza cinese
La danza cinese, designo per tapezzeria, 1742
François Boucher
Museo dei Belli Arti di Besançon, Francia


Onora gli ordini del Re Luigi XV e di Madame de Pompadour, e anche tutti quelli dei suoi cari amici. La sua reputazione di decoratore è rafforzata dal successo delle sue raccolte di cineserie e suoi modelli di ornamenti di stile Rococo di una rara delicatezza.


La fontana d'amore
Scena pastorale, La fontana d'amore, 1748
François Boucher
The Guetty Mueseum, Los Angeles, USA


La sua collaborazione con la manifattura di Beauvais sotto la direzione del pittore Jean-Baptiste Oudry (1686-1755) contribuisce al suo incredibile successo. Le sue carte di disegni sono utilizzate per la decorazione di diverse serie di arazzi: "Feste italiane, Storia di Psyche, Tapezzeria cinese, Amore dei Dei...".

Sarà nominato Direttore delle Manifatture di Beauvais e dei Gobelins dal Re Luigi XV nel 1755.


La colazione
La colazione, 1762 (dalle Feste Italiane)
Arazzo, disegno di François Boucher, Manifattura di Beauvais
Metropolitan Museum of Art, NY, USA



27/03/14

Lo stile Transizione: uno stile innovativo

Sotto l'influenza della nuova sensibilità neo-classica, i cassettoni e le credenze del Settecento francese lasciano il carattere di fantasia e di immaginazione che avevano sotto Luigi XV per prendere forme più semplice e lineare tipiche dell'epoca Luigi XVI (che regno dal 1774 al 1793).

La Marquise de Pompadour, sempre curiosa e alla ricerca di novità, aveva contribuito a promuovere i mobili "alla greca" che segnavano una nuova mania per l'antico.


Cassettone stile Transizione - Jean Henri Riesener
Cassettone Stile Transizione, Jean-Henri Riesener


Dopo 10 anni (dal 1760-1770) che costituiscono il periodo transizione, un cambiamento radicale avviene a causa della notevole influenza di Robert Adam, architetto e decoratore della fine del Settecento. Disegni geometrici come losanga, quadrettatura, cubo e rosetta illustrano gli intarsi dello stile transizione. Però la decorazione floreale sopravvive. Le sculture sui mobili annunciano quelle dello stile Luigi XVI: nastri rotondi, perline, trafori...

Credenza Luigi XVI di stile transizione

Questa bella credenza Luigi XVI in mogano massiccio è un tipico esempio. Le sue linee rette la collegano al estetica Luigi XVI, mentre la parte anteriore ha una curva sinuosa sporgente al centro, evidente riferimento allo stile Luigi XV. Si apre con due porte e la cintura nasconde due cassetti che abbracciano le curve della facciata.


Crdenza Luigi XVI stile Transizione
Credenza Luigi XVI in mogano, stile Transizione


La nota dominante della decorazione è un modanature aggettante messo volontariamente. Non c'è nessun elemento naturalistico nel repertorio ornamentale. Un arredamento ovulo adorna i cassetti nascosti nella cintura della facciata. Le modanature delle porte descrivono un percorso geometrico.

La traversa inferiore, anche se è curva, presenta un modanature che si riferisce anche al geometrico. I montanti rotondi e scanalati riposano su i piedi scanalati. Qui la curva prende tutta la sua importanza.



25/03/14

Ceramica Art Deco di Gio Ponti

Gio Ponti, designer di ceramiche della manifattura Richard-Ginori a Doccia.

Conosciuto per la sua vasta opera, architettura, design industriale e grafico, l'insegnamento e l'edizione, Gio Ponti fu una delle figure più importanti e influenti nel mondo del design del Novecento. Ha condotto una carriera unica, partecipando attivamente al rinnovamento del design del dopoguerra.


Grande piatto Donatella
Grande Piatto Donatella
Gio Ponti per Richard-Ginori, 1927


Architetto e designer italiano, Gio Ponti (1891-1979) mette il suo talento di disegnatore al servizio della manifattura Richard-Ginori a Doccia dal 1923 al 1930; e come direttore artistico rinnova l'intera produzione della manifattura.


Coppa Donatella
Donatella, coppa di Gio Ponti
Espressioni di Gio Ponti / Gio Ponti: il fascino della ceramica
Mostra, Milano 2011


Gio Ponti adatta tutte le creazioni dell'azienda alla produzione di massa e concepisce oggetti favorendo un design elegante e raffinato ispirandosi del patrimonio d'Italia: ville palladiane, antichità romana, Rinascimento e periodo neoclassico della fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento.


L'amazzone col pugnale
Vaso "L'amazzone col pugnale"
Gio Ponti per Richard-Ginori
Fonte: Sotheby's



Crea oggetti in porcellana e ceramica, fornendo un occhio nuovo e contemporaneo ad alcuni oggetti di uso quotidiano che andranno ad arricchire le produzioni industriali. Ogni vaso, piatto, tazza, anfora è un elemento originale e unico. Le scelte cromatiche esprimono le intenzioni dell'artista di creare nuove forme poetiche.


Vaso Patrizia
Il vaso Patrizia, vincitore del premio Grand Prix a Parigi nel 1925
Gio Ponti


Queste nuove ceramiche create da Gio Ponti per la manifattura Richard-Ginori saranno coronate da un premio all'Esposizione Internazionale degli Arti Decorativi di Parigi nel 1925.





20/03/14

Il paravento: una tradizione millenaria

Il paravento antico, deriva da una lunga e millenaria tradizione orientale ha accompagnato le mutazioni di vita e di gusto in Francia attraverso i secoli. Mobile portabile per eccellenza, è composto da 2, 4 o 6 pannelli rettangolari, piatti e pieghévoli, collegati tra loro da cerniere. I pannelli in legno sono decorati con dipinti figurativi, eseguiti in policromia o incollati direttamente su supporto. Sono realizzati a volte in seta, in arazzo o su pergamena stesi sopra il telaio.


Paravento in lacca del Seicento - Cina
Paravento in lacca del Seicento, Cina
Fonte: Proantic Denoyelle Europe


Prima di essere importato in Europa nella metà del Seicento dalla Compagnie des Indes Francese e Olandese, i paraventi avevano in Cina e in Giappone parecchi ruoli: all'interno di una stanza come divisorio mobile per permettere di rispettare l'intimità, oppure per preservare il calore, e anche per fermare gli spiriti all'ingresso delle case.

Utilizzato nelle stanze fredde dei castelli e manieri, il paravento ha avuto un crescente successo in Europa, sopratutto dalla metà del Settecento che conobbe l'emergere di una ricca borghesia.


Paravento in arazzo di Aubusson
Paravento in arazzo di Aubusson, Settecento
Fonte: Proantic Olivier d'Ythurbide et Associé


Parallelamente alle importazioni asiatici in lacca nera o marrone con intarsi di madreperla, avorio, pietre semi-preziose, numerosi superbi paraventi sono stati effettuati in Europa nel Seicento e nel Settecento.

In Francia, pittori famosi come Watteau o François Boucher eseguivano dipinti di alta qualità sui pannelli. Sotto Luigi XV, pezzi di arazzi erano appositamente realizzati per adattarsi a l'arredamento e erano inseriti in cornici di legno scolpiti e dorati.


Paravento Napoleone III - Ottocento
Paravento Napoleone III, Ottocento
Fonte: Proantic Thierry Gateau Antiquités


Il suo uso è diminuito all'inizio dell'Ottocento, poi riappare nel 1860 sotto il regno di Napoleone III con l'ondata del Giapponismo ispirando particolarmente i Nabis come Paul Sérurier o Pierre Bonnard a dipingere vere tele sui pannelli dei paraventi. All'inizio del Novecento con il sviluppo dei mezzi moderni di riscaldamento, il ruolo funzionale d'isolante del paravento scompare a favore del suo ruolo decorativo.


Paravento Jean Dunand 1930
Paravento rivestito in foglia argento e lacca naturale ambra
  Jean Dunand, 1930


Nella tradizione della lacca orientale, il paravento Art Deco degli anni 20 "gioca" l'ambiguità tra il mobile e il dipinto. I grandi designers come Eileen Gray e Jean Dunand creano lacche inimitabile con le quale guarniscono paraventi decorati con vari temi e di cui i disegni geometrici sono esemplari.



12/03/14

La maiolica italiana di Castelli

L'arte della maiolica è apparso nel Medioevo in vari luoghi d'Italia. La città di Castelli, nella regione dell'Abruzzo, fu nel Cinquecento uno dei centri della ceramica italiana che rivaleggiava con la produzione dei migliori centri della maiolica italiana di Urbino, Faenza, Deruta Castel-Durante, Pesaro e Monteluppo. Ceramisti di fama ci hanno lavorato come Carmine Gentile, Carlo Antonio Grue, Pompeo di Bernamonte, Orazio Pompei, Francesco Antonio Grue o Nicola Cappelletti.


Albarello circa 1550
Albarello, maiolica di Faenza, cirac 1550
Fonte: Christie's


I pezzi istoriati realizzati a Castelli erano molto ricercati dalle grande famiglie italiane (Aragona, Orsini, Farnese, Colonna) ma anche europee che ordinavano insieme di stoviglie e pezzi destinati a celebrare importanti eventi privati o politici.


Piattino: Tentazione di Gesù
Francesco Antonio Saverio Grue (Castelli, 1686-1746)
Museo Capitolare di Atri


Gli ateliers di Castelli e in particolare quello della famiglia Pompeo hanno prodotto nel Cinquecento pezzi sagomati tra cui principalmente vasi di farmacia, i famosi albarelli "Orsini-Colonna". Le maioliche sono decorate su tutte le loro superficie di scene istoriate, spesso tratte da testi litterari, ma anche di scene bibliche, di eroi della storia romana, o anche di ritratti di uomini e donne.


Piattino di Carlo Antonio Grue
Piattino decorato con ornamenti vegetali e figure di amorini sui bordi
Nella parte inferiore: Giuditta con Oloferne
Carlo Antonio Grue (1655-1723)


A differenza del resto dell'Italia, la produzione di ceramiche di Castelli ha continuato a crescere nel corso dei secoli, sia nella qualità che nella quantità grazie al talento della famiglia Grue. L'iconografia dei suoi piatti è costituita di scene mitologiche e religiose, pastorale, spesso incorniciati da foglie o trofei di solito impreziositi da oro. La sua tavolozza è variegata e le sue composizioni sono ricche e dense, spesso con personaggi presentati da "primo piano".


Grande vaso di Carlo Antonio Grue
Grande vaso con figure mitoligiche, paesaggio e figure di amorini
Contorni evidenziati in oro
Carlo Antonio Grue


Nel Settecento, si sviluppa un nuovo stile di pittura che utilizza una gamma di colori tenui, simile all'acquerella, che contrasta con le maioliche riccamente colorate del periodo del Rinascimento. La varietà dei soggetti rappresentati è arricchita da scene di vita quotidiana, di paesaggi vivaci e armoniosi e antiche rovine.


Coppia di fiasche da pellegrino - Urbino
Coppia di fiasche da pellegrino
Maioliche di Urbino del Cinquecento
Fonte: Christie's



11/03/14

Le lanterne nel Settecento

Originariamente, grazie alla sua illuminazione chiusa, le grande e belle lanterne decorative erano destinate a decorare scale e cancelli di giardini dei castelli ma furono ben presto collocati a l'interno delle case, nelle sale da pranzo e sopratutto nelle anticamere o corridoi.


Lanterna Luigi XV
Lanterna Luigi XV con cinque rami di luce in bronzo dorato
Fonte: Christie's


La lanterna Luigi XV è di forma variabile (circolare, rettangolare o poligonale con sei o otto inclinati). Di solito è collocata su un piccolo finalino ed è coronata da un baldacchino. È costituita da un braccio di uno o più rami di luce circondato da pannelli piani o curvi di vetro per formare una gabbia.

In ferro battuto, bronzo cesellato, metallo verniciato, ottone o legno dorato, fabbri o falegnami d'arte hanno eseguito veri e propri capolavori in cui la fantasia si fonde con la grazia. L'ispirazione è spesso fornito dalle collezioni di modelli disegnati da decoratori.


Lanterna circolare Luigi XV
Lanterna circolare Luigi XV in bronzo dorato
Fonte: Sotheby's


L'evoluzione delle decorazioni è la stessa che per gli altri illuminazioni. Alla fine del Seicento, i motivi ornamentali sono di prima rigorosamente simmetrici e rigidi, subordinati allo tracciato della lanterna. Nel Settecento, con lo stile rococò la decorazione della lanterna Luigi XV prendono le forme di foglie e ghirlande sinuose che ondulano lungo ai montanti. Infine, sotto Luigi XVI gli ornamenti rinsaviscono di nuovo, i motivi sono più sobri e più delicati.

Le lanterne Luigi XVI spesso prendono una forma cilindrica, forma che conserverà ancora fino all'inizio dell'Ottocento.


Lanterna Luigi XVI
Lanterna circolare Luigi XVI in bronzo dorato
Fonte: Christie's




06/03/14

L'evoluzione del movimento Fauvismo

Dipinti di paesaggio, lavoro sulla luce, pittura in esteriore, il movimento impressionista aveva già 20 anni quando è nato il Fauvismo. Vlaminck è uno degli iniziatori. Bisogna di colori grezzi, e bisogna pulire il tavolazzo.

Vlaminck e Derain lavorano insieme. Affittano sull'isola di Chatou un vecchio albergo in disuso, e Vlaminck perfeziona la sua tecnica.

Nel 1901, al mercante di arti Bernheim, Derain introduce Vlaminck a Matisse. Poco dopo Matisse decide di andare a Chatou. Il movimento Fauvismo è nato.


I tetti di Collioure, 1905
Henri Matisse


Matisse è nato nel 1869 in una famiglia benestante. Ha studiato alla scuola Quentin de la Tour, a l'Accademia Jullian e alla scuola degli Belli Arti. Ha esposto nel 1896, 1897, e 1898 al Salon de la Société Nationale.

Matisse prende così le redini del Fauvismo, e guida il movimento verso la posterità. Matisse e Derain capiscono che il Fauvismo contiene uno shock per la pittura. È un impulso da l'istinto per Vlaminck, sagezza e ragione per Derain e Matisse.


Paesaggio vicino a Chatou, 1904
André Derain


Vlaminck ricerca la violenza nei suoi colori per esprimere la sua rivoltà al contro la società. Matisse e Derain apprezzano il suo valore e le opportunità. E con la loro diplomazia, moderano e orientano le schegge.

Nel 1905, Derain e Matisse soggiornano a Collioure e elaborano la pittura Fauve, però non senza difficoltà.

I pittori fauvisti gettano sulle loro tele colori usciti così grezzi dai tubi; la scelta è arbitraria e indegna il pubblico. I Fauves considerano il colore come un materiale costruttivo che può organizzare in modo solido le loro tele in base alla sua forza e ai suoi ritmi.


"Le restaurant de la Machine" a Bougival, circa 1905
Maurice de Vlaminck


I Fauves riprendono i primitivi, la tecnica del colore solido composto di tocchi senza sfumature.

Compongono le loro tele seguendo una scelta personale. Lo spettatore sente colori magici fatti di cieli vedri o gialli, o di alberi rossi: il lirismo regna.

Attratti da questa nuova tecnica, giovani pittori come Van Dongen, Marquet, Rouault, Valtat si uniscono al gruppo iniziale.


The corn poppy, 1919
Kees van Dongen

Leggi l'articlo sulla nascita del movimento Fauve
Derain e Vlaminck, la nascita del movimento Fauve