12/03/14

La maiolica italiana di Castelli

L'arte della maiolica è apparso nel Medioevo in vari luoghi d'Italia. La città di Castelli, nella regione dell'Abruzzo, fu nel Cinquecento uno dei centri della ceramica italiana che rivaleggiava con la produzione dei migliori centri della maiolica italiana di Urbino, Faenza, Deruta Castel-Durante, Pesaro e Monteluppo. Ceramisti di fama ci hanno lavorato come Carmine Gentile, Carlo Antonio Grue, Pompeo di Bernamonte, Orazio Pompei, Francesco Antonio Grue o Nicola Cappelletti.


Albarello circa 1550
Albarello, maiolica di Faenza, cirac 1550
Fonte: Christie's


I pezzi istoriati realizzati a Castelli erano molto ricercati dalle grande famiglie italiane (Aragona, Orsini, Farnese, Colonna) ma anche europee che ordinavano insieme di stoviglie e pezzi destinati a celebrare importanti eventi privati o politici.


Piattino: Tentazione di Gesù
Francesco Antonio Saverio Grue (Castelli, 1686-1746)
Museo Capitolare di Atri


Gli ateliers di Castelli e in particolare quello della famiglia Pompeo hanno prodotto nel Cinquecento pezzi sagomati tra cui principalmente vasi di farmacia, i famosi albarelli "Orsini-Colonna". Le maioliche sono decorate su tutte le loro superficie di scene istoriate, spesso tratte da testi litterari, ma anche di scene bibliche, di eroi della storia romana, o anche di ritratti di uomini e donne.


Piattino di Carlo Antonio Grue
Piattino decorato con ornamenti vegetali e figure di amorini sui bordi
Nella parte inferiore: Giuditta con Oloferne
Carlo Antonio Grue (1655-1723)


A differenza del resto dell'Italia, la produzione di ceramiche di Castelli ha continuato a crescere nel corso dei secoli, sia nella qualità che nella quantità grazie al talento della famiglia Grue. L'iconografia dei suoi piatti è costituita di scene mitologiche e religiose, pastorale, spesso incorniciati da foglie o trofei di solito impreziositi da oro. La sua tavolozza è variegata e le sue composizioni sono ricche e dense, spesso con personaggi presentati da "primo piano".


Grande vaso di Carlo Antonio Grue
Grande vaso con figure mitoligiche, paesaggio e figure di amorini
Contorni evidenziati in oro
Carlo Antonio Grue


Nel Settecento, si sviluppa un nuovo stile di pittura che utilizza una gamma di colori tenui, simile all'acquerella, che contrasta con le maioliche riccamente colorate del periodo del Rinascimento. La varietà dei soggetti rappresentati è arricchita da scene di vita quotidiana, di paesaggi vivaci e armoniosi e antiche rovine.


Coppia di fiasche da pellegrino - Urbino
Coppia di fiasche da pellegrino
Maioliche di Urbino del Cinquecento
Fonte: Christie's



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