19/02/14

Il letto alcova

Con il rifiuto progressivo dell'etichetta vincolante imposta da Luigi XIV, si sviluppa una nuova concezione della camera da letto che diventa un luogo di intimità per eccellenza. Appare il letto alcova del Settecento che costituisce una innovazione fondamentale.

Il letto alcova è ricamente decorato e coperto di seterie e cotoni stampati con motivi diversi ed esotici. Questi tessuti non solo erano decorativi ma avevano una utilità molto importante dato che permettevano di trattenere il calore e di preservare l'intimità quando le tende erano chiuse, e anche con l'altezza dei materassi. Infatti, si sovrapponeva fino a tre materassi per proteggere dall'umidità e dall'aria fredda del suolo.


Letto a la polonaise Luigi XV
Letto "a la polonaise" Luigi XV
Fonte: Christie's


Il tipico letto alcova Luigi XV è il letto "a la polonaise". È stato creato intorno al 1750. Letto di traversa con due capezzali e a volte con schienale, è sormontato da un baldacchino alle dimensioni inferiore di quelle del letto stesso. Il baldacchino è portato da quattro borchie in metallo a forma di S o di C. La cintura del baldacchino è sia a forma di corona, sia a forma rettangolare. In altezza, la cupola è curva.


Letto a la polonaise Luigi XV
Letto "a la polonaise"
Fonte: Christie's


C'è anche un altro letto alcova detto "a la turc" che ha l'aspetto di un enorme divano con tre schienali di cui il più ampio è appoggiato contro il muro, e i più corti finiscono in volute verso l'esterno. Sormontato da un piccolo baldacchino a forma di cupola, questo tipo di letto era appoggiato contro il muro, con due pannelli di tessuto pregiato e drappeggiato che cadevano sui braccoli.


Letto a la turc Luigi XV
Letto "a la turc" Luigi XV
Fonte: Christie's


La fabbricazione dei letti alcova segue i stessi principi che quella dei sedili. Ecco perché non è sorprendente trovare evidente similitudine. Solo il montaggio a vite che collega i capezzali alle traverse longitudinale, molto frequente sui letti, differisce dal montaggio classico di un sedile; questo per facilitare il trasporto. Il letto è poi provvisto di ruote che vengono inseriti in due rotaie fissate al pavimento, in modo di poter spostarlo.



18/02/14

Georges Jacob, un creatore di sedili eccezionali

All'inizio della sua carriera, nel suo atelier della via de Clery, il falegname Georges Jacob realizzerà principalmente sedili di stile Luigi XV con linee curve. Le sue poltrone sono belle, ben fatte, ma assomigliano a quelle del suo maestro Louis Delannois. È nel suo nuovo atelier della via Meslay che Georges Jacob si rivelerà essere il grande creatore dello stile neoclassico di cui sarà il più fervente rappresentante.

Georges Jacob non si limiterà a seguire la moda. È un vero creatore e influenza l'arte del suo tempo. Che sia una poltrona, una panchina o un letto Luigi XVI, si riconosce sempre lo stile di Georges Jacob.


Poltrona da bureau Georges Jacob
Poltrona da bureau con sede girevole Georges Jacob


Dal suo atelier della via Meslay uscirà una produzione impressionante di sedili destinati ai più grandi cliente dell'epoca. Fornirà sedili per tutti i castelli reali: Versailles, Rambouillet, Fontainebleau, Saint-Cloud. Tra la sua clientela, c'è Monsieur, fratello del Re, Conte di Provenza e futuro Luigi XVIII, il suo cliente più importante. Arreda tutte le sue case di Parigi e di provincia con poltrone, panchine e letti del Settecento.

Lo stile antico ispira sempre il repertorio decorativo di Georges Jacob. Dallo stile Transizione, inventa una nuova forma di gambe detto consolle a scorrimento, che non si trova più in basso della gamba ma nella parte superiore al livello del raccordo con la traversa. Questa base di una rara eleganza si trova su sedili dell'epoca Transizione.


Panchina Luigi XVI Georges Jacob
Panchina Luigi XVI stampigliata G. Jacob
Vecchia collezione Jacques Doucet


Jacob inventa anche una nuova forma di braccioli. Sono chiamati in barca, cioè i braccioli sono svasati verso l'esterno al fine di fornire una sede più avvolgente.

Sotto lo stile Direttorio, Georges Jacob crea la magnifica poltrona detto en curule, una delle meraviglie della sua creazione.


Poltrone en curule Georges Jacob
Poltrone en curule G. Jacob e Jacob Frères
Fonte: Sotheby's


La natura è anche motlo presente nel suo lavoro, viene interpretata dalla scultura che è nelle creazioni di Jacob di una rara raffinatezza.

George Jacob si ispira anche molto dello stile Inglese di Chippendale e di Adam con poltrone a schienali trasforati, e sopratutto con l'uso del mogano massello. Con questo nuovo stile, Jacob inventa lo stile Direttorio.


Poltrona Direttorio attribuita a Georges Jacob
Poltrona Direttorio in mogano Attribuita a Georges Jacob
Fonte: Proantic Paul Azzopardi


Con la rivoluzione Jacob perde la sua clientela reale ed aristocratica, ma riceve ancora grandi ordini, e rimane uno dei più grandi maestri falegnami del Settecento. I suoi due figli, Georges II e François-Honoré-Georges continueranno la favolosa avventura di questo atelier unico con il nome, oggi così famoso, di Jacob Desmalter.

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Georges Jacob, la storia di una dinastia



Georges Jacob, la storia di una dinastia

Georges Jacob (1739 - 1814), giovane falegname di sedili conoscerà un destino favoloso, sarà il più grande dei falegnami, il più bramato dalla Corte e il più prolifico. Attraverserà gli stili Luigi XV, Luigi XVI, Direttorio e porrà fine alla sua carriera sotto il Consolato. Dal suo atelier uscirà una quantità incredibile di sedili, ma anche letti à la polonaise o à la turque, e panchine Luigi XVI. Georges Jacob è il fondatore di una dinastia di cui l'avventura prenderà fine sotto il regno di Luigi-Filippo nel 1847.

Georges Jacob è nato a Cheny, un piccolo villaggio in Borgogna. Suo padre, operaio agricolo, muore molto presto e il giovane Georges diventa orfano. Nel 1755, si trasferisce a Parigi dove inizia il suo compagnonage presso Louis Delannois.


Panchina Luigi XVI Georges Jacob
Panchina Luigi XVI da Georges Jacob consegnato nel 1777
al palazzo del Tempio del Conte d'Artois
Museo del Louvre


Louis Delannois è un personaggio riconosciuto. Consegna sedili a la Contessa du Barry, il suo stile è vivace e i suoi sedili molto pregiati. Ma il falegname Delannois è anche un innovatore straordinario, e trasmetterà al suo giovane allievo il savoir-faire e il gusto della creazione. E Georges Jacob si rivelerà essere un allievo eccezionale.


Poltrona boudoir Turca del Conte d'Artois nel 1777 al palazzo del TempioNoce intagliato e dorato
Museo del Louvre (c)


Il suo periodo di apprendimento finisce e Georges Jacob decide di stabilirsi, ma non riprenderà un atelier già esistente come i suoi colleghi, invece decide di avviare un atelier da zero. Ed è nella via de Cléry a Parigi che apre il suo atelier, proprio nel cuore del quartiere dei falegnami. All'inizio della sua carriera, copierà il suo maestro Delannois creando belle poltrone, sedie e panchine di stile Luigi XVI.

Nel 1767, Georges Jacob è ricevuto maestro falegname e ora può mettere il suo proprio timbro sul suo mobile.

Nello stesso anno, Georges Jacob sposa Jeanne Loyer che gli darà cinque figli. Due dei suoi tre maschi continueranno nella falegnameria di sedili come il loro padre.


Poltrona stile Etrusca Georges Jacob
Potrona stile etrusca in mogano intagliato 1787
Museo nazionale dei castelli di Versailles e di Trianon (c)


L'atelier cresce e nel 1775 Georges Jacob si traferisce via Meslay. E nel cuore di questo atelier che uscirano i suoi più belli capolavori, tutti influenzati dallo stile molto neoclassico di cui sarà uno dei principali iniziatori.

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Georges Jacob, un creatore di sedili eccezionali


13/02/14

La potrona Napoleon III sotto il segno dello rospo

Qualunque sia il segno zodiacale che controlla il vostro destino, spetta a voi con assoluta fiducia di prendere posto nello segno del rospo: questa piccola poltrona che è emersa intorno al 1830. Sotto il segno del conforto: finalmente rilassarsi in una posizione adatta, e non c'è nulla di più facile con la poltrona rospo.

Questa piccola poltrona Napoleon III di salotto deve ovviamente il suo nome grazie al suo antenato animale e alla sua forma compatta e alle sue gambe corte. La poltrona rospo è caratterizzata da quatro qualità principale: confortevole, intemporale, occupa poco spazio ed ha un costo molto ragionevole.


Poltrona rospo Napoleone III
Poltrona rospo Napoleone III
Fonte: Christie's


Prima di Luigi Filippo, il legno a vista lasciava poco spazio alla copertura. La forma veniva prima del conforto. Con il Re-Borghese, la gente vuole riposare, rilassarsi, e il legno delle sedie scompare gradualmente a favore dei tessuti imbottiti che evolveranno fino a la poltrona imbottita Napoleone III.

La poltrona rospo la più vicina a quella che è così popolare oggi è stata trovata alla corte di Luigi XV, dove era una poltrona dedicata al conforto e al piacere della regalità.

La poltrona rospo è in qualche modo la prima poltrona francese con un lato funzionale: lo schienale sposa perfettamente la forma della schienna e la "gobba" imbottita all'altezza dei reni permette un conforto ottimale. Non è un caso se i sedili a guscio delle auto da corsa sono disegnati secondo una forma derivata della poltrona rospo.


Poltrona rospo dell'Ottocento
Poltrona rospo dell'Ottocento
Fonte: Proantic Marc Menzoyan


La sua fabbricazione, nello rispetto delle forme tradizionale, come l'ossatura in legno va lavorata per evitare il cedimento con techniche moderne (molle montate su cinghie, doppia sospensione della sedia); e assicura in tutte le circostanze un massimo conforto.

La poltrona rospo si adatta a tutti gli stili di interni, il suo vantaggio primordiale è che non va fuori moda. Basta cambiare la sua "pelle" per adattarla a tutti gli stili, dallo stile Luigi XIII al più moderno. Il basso ingombro della poltrona rospo aggiunge al suo sucesso. Ciò che è vero per una bergère Luigi XV o una maestuosa poltrona Impero non lo è per questa poltrona, chi come per il rospo nel regno animale ha bisogno solo di una piccola quantità d'aria per vivere!

Questa poltrona carica di storia attraversa gli stili e le epoche con gusto!


Poltrona rsopos Napoleone III
Poltrona rospo Napoleone III
Fonte: Henryot & Cie



11/02/14

La méridienne: letto da giorno Direttorio

Il letto da giorno e la panchetta nel Settecento sono parte integrante della decorazione delle grande case. Fino alla fine del Settecento, il mobile include spesso uno o due divani, un paio di marquises, quatro bergères, dodici poltrone, dodici sedie, sgabelli e uno o due schermi. La panchetta e il divano erano i pezzi i più importanti. Esistava molti modelli: la panchetta dritta a braccia aperti, il divano a orecchio, o ancora il divano corbeille, erano i modelli i più popolari in questo periodo.


Letto da giorno del Settecento
Letto da giorno del Settecento
Fonte: Proantic La Maison du Roy


Sotto il Direttorio, la riforma globale dei costumi conduce anche quella dei mobili. L'austerità, il rigore si traducono dall'impoverimento e l'abbandono di tutto ciò che faceva la ricchezza e la rafinatezza dei stili Luigi XV e Luigi XVI. Le bergères e le grande poltrone scompaiono, però si fanno sempre i letti da giorno e i divani. La panchetta Direttorio si trasforma il più spesso in un letto di giorno o uno sdraio di stile antico. La méridienne, di cui i fratelli Jacob sembrano essere stati gli inventori, fa la sua comparsa.

La méridienne è una sedia in legno a vista, un letto del quale i due capezzali sono disuguali con a volte uno schienale che si inclina da un capezzale al altro. La parola deriva dal Latino (meridies = mezzogiorno) e da una parola in vecchio Francese significando "la siesta che si fa nel mezzo della giornata". Per estensione, il letto da giorno per la siesta, ha preso quel nome.


Méridienne Direttorio
Méridienne Direttorio, fine Settecento
Fonte: Proantic Antiques Provence


La méridienne è anche chiamata letto "alla greca" per le sue linee classiche. L'antenato della méridienne è la veilleuse o la dormeuse sotto Luigi XV. È una panchetta che ha la stessa forma allungata rispetto a la méridienne, ma senza braccioli. La più famosa méridienne che conosciamo è quella di Madame Récamier, è nello stile etrusco con due capezzali disuguali arrotolati. Questo stile di mobile svoltò un ruolo significativo nella diffusione del gusto per l'antico che prevarrebbe sotto l'Impero.


Madame Récamier
Madame Récamier
Dipinto di Jacques-Louis David


06/02/14

Il barometro secondo Torricelli

Il nome di Torricelli (scienziato italiano del Seicento) è rimasto associato nella storia del primo barometro a mercurio, creato nel 1664.  Nel cercare di risolvere una domanda dei fontainier che non capivano perché l'acqua non saliva oltre una certa altezza, ebbe l'idea di un esperimento per sostituire l'acqua con mercurio in un tubo di vetro.


Barometro Luigi XVI 
Barometro Luigi XVI - Mecanismo secondo Torricelli
Fonte: Proantic La Ceriseraie


Nel riempiendo completamente un tubo di mercurio, tappandolo con un ditto per impedire l'ingresso di aria e versandolo in una bacinella anche piena di mercurio, constata che il tubo non si svuota completamento nella bacinella ma che una colonna di 76 cm rimane nella bacinella.

Sulla superficie del tubo poi si esercitano due forze che si compensano esattamente, il peso della colonna che tende a far cadere il mercurio nella bacinella e la forza esercitata dall'aria che preme sul liquido e che impedisce a la colonna di mercurio di svuotarsi. Questa forza esercitata dall'aria è la pressione atmosferica.


Barometro a mercurio
Barometro a mercurio del Settecento
Fonte: Proantic Cave et Fils




Ed è grazie a questo mecanismo, secondo Torricelli, che si trova dietro il barometro del Settecento (qui sotto) che il barometro può indicare il tempo prevvisto nei prossimi giorni. È la pressione esercitata dall'aria sul mercurio nel tubo (pressione atmosferica) che permette il movimento dell'ago nel quadrante.


Mecanismo di un barometro a mercurio
secondo Torricelli



04/02/14

Il cassettone di Riesener, l'ebanista del Re

Il cassettone Luigi XVI fatta dall'ebanista Jean-Henri Reisner è molto riconoscibile, porte anteriori, fianchi curvi, tarsia, giochi in legno e sopratutto una elevata qualità di esecuzione. Jean-Henri Riesner, ebanista di origine Tedesca segnerà lo stile Luigi XVI con la sua arte.

Jean-Henri Riesener
Jean-Henri Riesener nel 1786


Jean-Henri Riesener (1734-1806) è probabilmente l'ebanista il più famoso del Settecento. Nasce in Germania e come altrettanti ebanisti del suo tempo, si trasferisce a Parigi per compiere la sua formazione. Riesener entra nella bottega del famoso ebanista Jean-François Oeben, falegname-ebanista del Re a l'Arsenal. Nel 1763, in seguito alla morte prematura di Oeben, diventa capo della bottega.


Cassettone Riesener
Cassettone Riesener
1770-1775


Fino al 1767, stampiglia i suoi mobili dal nome del suo predecessore Jean-François Oeben. Nel 1768 Riesener è ricevuto Maestro e ora può stampigliare i suoi mobili con il proprio ferro. Nel 1769, completa la scrivania ordininata dal Re a Oeben e la consegna a Versailles. L'ebanista Riesener conoscerà durante il regno di Luigi XVI una straordinaria popolarità, e la sua produzione di mobili sarà una delle più importante.

Il cassettone Luigi XVI di Riesener

Sul cassettone Luigi XVI, Riesener procederà a una produzione che sarà il suo marchio di fabbrica: realizzerà una sporgenza sulla facciata del mobile che si posa come un "dipinto". Questo dipinto decorativo può essere definito come un elemento architettonico con modanature e gioco in legno; oppure su prestigiosi cassettoni, ci appone panelli laccati o trofei intarsiati, firma dell'arte di Riesener.

Riesener realizzerà i suoi cassettoni come vere opere d'arte, e per alleviare la linea l'ebanista incurvera i lati: una vera prodezza nell arte dell'ebanisteria. I bronzi e la qualità di esecuzione dei suoi mobili sono assolutamente eccezionali.


Cassettone stampigliato Riesener e Weisweiler
Cassettone stampigliato Riesener e Weisweiler.
Museo Carnavalet a Parigi


Riesener si circonderà con una clientela favolosa. E l'ebanista alla moda etutta Parigi vuole comprare i suoi mobili. Il suo successo supererà ampiamente i confini al punte che consegnerà in tutte le corte d'Europa. Riesener rappresenta l'arte Francese.

Ma i mobili di Riesener sono costosi, e il suo principale cliente, la Corona, non può più pagare. Nel 1783, il nuovo intendente generale, Thierry de Ville d'Avray, giudicherà i prezzi dell'ebanista Riesener troppo alti, anche ridicoli. E l'atelier così prolifico e così in vista di Riesener inizierà a diminuire rapidamente al punto di essere sfrattato dal prestigioso guarde-meuble della Corona per conto di un altro ebanista, anche Lui Tedesco, Guillaume Bennemann.


Cassettone Attribuito a Riesener
Cassettone attribuito a Riesener
Victoria & Albert Museum, Inghilterra


Nel 1789, la rivoluzione scoppiò, i prestigiosi clienti fugiscono il terrore e si rifugiano in Inghilterra. Riesener perde definitivamente tutti gli ordini, e usa i suo falegnami per fare calci di fucili.

Nel mese di ottobre 1791, si procede alla vendità dei tesori di Versailles, è svuotato del suo intero mobile e si organizza delle vendite enormi. Riesener cerca di riscattare i suoi mobili per poi rivenderli con un guadagno, ma senza successo. Questi mobili così eccezionali non trovano più acquirenti. Riesener chiude il suo atelier in modo permanente nel 1801. Oggi i mobili di Riesener sono nei i più grandi musei del mondo, e alcuni dei suoi prestigiosi cassettoni sono anche ritornati a Versailles.