07/04/14

Jean Raoux, pittore sotto la Reggenza

Jean Raoux (1667-1734)

Nato a Montpellier nel 1667, Jean Raoux ha seguito la sua formazione a Parigi nel grande atelier di Bon Boullongne. Dal 1705 al 1714, ha vissuto a Roma, Padova e Venezia dove esegue grandi ordini di dipinti mitologici e religiosi.


Giovane donna leggendo una lettera
Giovane donna leggendo una lettera, 1716-28
Jean Raoux


Tornato a Parigi nel 1714, entra all'Accademia e riceve la protezione del Gran Priore dell'Ordine di Malta, del libertino Filippo di Vendôme e lavora anche per il Reggente Filippo d'Orléans. I suoi ritratti, scene di genere molto poetiche eseguite con molta virtuosità riflettono lo spirito di questo mondo che frequenta: leggero, femminile e talvolta malinconico.


Allegoria dell'olfatto
Allegoria dell'olfatto, 1725
Jean Raoux


Jean Raoux è, con Sébastien Bourdon, Joseph-Marie Vien, François-Xavier Fabre et Frédéric Bazille, uno dei più grandi artisti francesi del Languedoc. Questo pittore, contemporaneo di Antoine Watteau, ha partecipato attivamente al rinnovamento della pittura francese nel periodo della Reggenza. Virtuoso, sensuale, elegante, i dipinti di Jean Raoux sono esposti nei più grandi musei del mondo. I suoi dipinti rivelano la portata del suo talento di ritrattista dell'Aristocrazia e del mondo dello spettacolo, di pittore di soggetti storici e religiosi, ma anche di scene di genere al modo olandese.


Orfeo ed Euridice
Orfeo ed Euridice, 1718-20
Jean Raoux


La sua poesia esalta la bellezza della donna, sia l'eroina della mitologia o la civettuola svolgendo le sue attività quotidiane. Tutti i suoi dipinti permettono di evidenziare le molteplici sfaccettature di questo famoso artista nel suo tempo, stimato da Voltaire.


Le piccole musiciste
Le piccole musiciste
Jean Raoux



04/04/14

Joseph Vernet, pittore famoso per i suoi marine

Il dipinto di marine appare come in tipo di pittura vero e proprio nel Settecento, in Italia e nei Paesi Bassi. La Francia lo negligerà per molto tempo. Però, due artisti della scuola francese diventeranno riferimenti sul tema: Claude Lorrain e Joseph Vernet.

Durante l'epoca romantica, grazie all'influenza combinata di pittori olandesi e Joseph Vernet (1714-1789), il genere si diversifica. Battaglie navali e relitti, esploratori, schiavisti, contrabbandieri e pescatori, oceani furiosi, venti di tempeste invadono i salotti. Ormai, impressionisti, fauves etc. vedono nel mare un soggetto preferito.


Entrata del porto di Marsiglia
Entrata del porto di Marsiglia, 1754
Joseph Vernet
Museo del Louvre, Parigi, Francia


La produzione di marine di Joseph Vernet è considerevole e i suoi contemporanei lo apprezzano moltissimo. È uno degli artisti più popolare del Settecento. A Roma, in Inghilterra, a Parigi, il suo arte suscita ammirazione e lode.


Entrata del porto di Palermo al chiaro di luna
Entrata del porto di Palermo al chiaro di Luna, 1769
Joseph Vernet
Museo dell'Ermitage, San Pietroburgo, Russia


È stato durante un viaggio in Italia per unirsi a Roma di cui il primo passo lo aveva portato a Marsiglia che Claude Joseph Vernet fece un incontro cruciale: quello del mare. È dalle alture che dominano la città che il mare gli apparve per la prima volta in tutta la sua bellezza. Fu amore a prima vista, e quando un paio di giorni più tardi dopo una tempesta spettacolare Vernet arriva a Civitavecchia, il suo destino era firmato. Diventerà il pittore del mare che, ormai, sarà presente in quasi tutte le sue opere.


Barca nella tempesta
Barca nella tempesta, 1773
Joseph Vernet
National Gallery, London, UK


È grazie al patrocinio di M. de Martigny, Direttore degli Belli Arti e fratello di Madame de Pompadour, che aveva a quel tempo tutte il favore di Luigi XV, che Vernet ha ottenuto del Re un ordine per 24 dipinti dove poteva dare tutta la misura del suo talento: la rapprezentanza dei porti della Francia. La moda di grandi composizioni rappresentando i marine è cominciata. Nel 1752, l'artista dipinge due Vedute del porto di Marsiglia che gli valgono l'anno successivo l'ammissione all'Accademia Reale di Parigi.



02/04/14

François Boucher, pittore di grande successo sotto Luigi XV

François Boucher (Parigi, 1703-1770)

I primi anni di François Boucher sono tutti dedicati al disegno, la copia e la stampa. Si guadagna da vivere lavorando come illustratore nell'officina di J. F. Cars. Offre miniature di tesi, participa anche alla "Storia della Francia" di Daniel stampata da Baquoy, e lavora sulle opere di Molière.


Madame de Pompadour
Madame de Pompadour, 1756
François Boucher
Alte Pinakothek, Monaco, Germania


Di seguito a una formazione presso François Lemoine, vince il Prix de Rome nel 1720 e rimane in Italia dal 1727 al 1731 come residente alla Villa Medici. È ammesso all'Academia Reale di Pittura e Scultura come membro nel 1734.


Ragazza distesa
Ragazza distesa (dettaglio), probabilmente Marie-Louise O'Murphy, 1752
François Boucher

Alte Pinakothek, Monaco, Germania




Dal 1747, François Boucher gode della protezione di Madame de Pompadour e ottiene un appartamento al Louvre. Gli fu affidato numerosi ordini reali: la camera da letto della Regina, gli appartamenti del Re Luigi XV e la decorazione della sala da pranzo al castello di Fontainebleau e l'Hôtel de Soubise (attuale Archives de France)...


Nascita di Venere
Nascita di Venere, circa 1750
François Boucher
Wallace Collection, London, UK


François Boucher risponde a tutte le richieste. La sua forza è quella di avere uno stile che piace a tutti, ma anche che si adatta perfettamente con le domande del periodo. Dipinge scene mitologiche e pastorale con una graziosa virtuosità, scene di interni borghesi, ritratti allegorici e nudi femminili.


La sala Boucher
La sala Boucher, pannelli dipinti da François Boucher
The Frick Collection, NY, USA



Pittore prolifico, ha eseguito più di dieci mila disegni, vero touche-à-tout degli Arti, François Boucher divide il suo tempo tra le manifatture reali di Beauvais e dei Gobelins. I suoi ornamenti per la manifattura di Sèvres (1757-1767) e le sue numerose scenografie realizzate per il teatro e l'opera fanno di Lui il decoratore il più fantasioso del suo tempo.


La danza cinese
La danza cinese, designo per tapezzeria, 1742
François Boucher
Museo dei Belli Arti di Besançon, Francia


Onora gli ordini del Re Luigi XV e di Madame de Pompadour, e anche tutti quelli dei suoi cari amici. La sua reputazione di decoratore è rafforzata dal successo delle sue raccolte di cineserie e suoi modelli di ornamenti di stile Rococo di una rara delicatezza.


La fontana d'amore
Scena pastorale, La fontana d'amore, 1748
François Boucher
The Guetty Mueseum, Los Angeles, USA


La sua collaborazione con la manifattura di Beauvais sotto la direzione del pittore Jean-Baptiste Oudry (1686-1755) contribuisce al suo incredibile successo. Le sue carte di disegni sono utilizzate per la decorazione di diverse serie di arazzi: "Feste italiane, Storia di Psyche, Tapezzeria cinese, Amore dei Dei...".

Sarà nominato Direttore delle Manifatture di Beauvais e dei Gobelins dal Re Luigi XV nel 1755.


La colazione
La colazione, 1762 (dalle Feste Italiane)
Arazzo, disegno di François Boucher, Manifattura di Beauvais
Metropolitan Museum of Art, NY, USA



27/03/14

Lo stile Transizione: uno stile innovativo

Sotto l'influenza della nuova sensibilità neo-classica, i cassettoni e le credenze del Settecento francese lasciano il carattere di fantasia e di immaginazione che avevano sotto Luigi XV per prendere forme più semplice e lineare tipiche dell'epoca Luigi XVI (che regno dal 1774 al 1793).

La Marquise de Pompadour, sempre curiosa e alla ricerca di novità, aveva contribuito a promuovere i mobili "alla greca" che segnavano una nuova mania per l'antico.


Cassettone stile Transizione - Jean Henri Riesener
Cassettone Stile Transizione, Jean-Henri Riesener


Dopo 10 anni (dal 1760-1770) che costituiscono il periodo transizione, un cambiamento radicale avviene a causa della notevole influenza di Robert Adam, architetto e decoratore della fine del Settecento. Disegni geometrici come losanga, quadrettatura, cubo e rosetta illustrano gli intarsi dello stile transizione. Però la decorazione floreale sopravvive. Le sculture sui mobili annunciano quelle dello stile Luigi XVI: nastri rotondi, perline, trafori...

Credenza Luigi XVI di stile transizione

Questa bella credenza Luigi XVI in mogano massiccio è un tipico esempio. Le sue linee rette la collegano al estetica Luigi XVI, mentre la parte anteriore ha una curva sinuosa sporgente al centro, evidente riferimento allo stile Luigi XV. Si apre con due porte e la cintura nasconde due cassetti che abbracciano le curve della facciata.


Crdenza Luigi XVI stile Transizione
Credenza Luigi XVI in mogano, stile Transizione


La nota dominante della decorazione è un modanature aggettante messo volontariamente. Non c'è nessun elemento naturalistico nel repertorio ornamentale. Un arredamento ovulo adorna i cassetti nascosti nella cintura della facciata. Le modanature delle porte descrivono un percorso geometrico.

La traversa inferiore, anche se è curva, presenta un modanature che si riferisce anche al geometrico. I montanti rotondi e scanalati riposano su i piedi scanalati. Qui la curva prende tutta la sua importanza.



25/03/14

Ceramica Art Deco di Gio Ponti

Gio Ponti, designer di ceramiche della manifattura Richard-Ginori a Doccia.

Conosciuto per la sua vasta opera, architettura, design industriale e grafico, l'insegnamento e l'edizione, Gio Ponti fu una delle figure più importanti e influenti nel mondo del design del Novecento. Ha condotto una carriera unica, partecipando attivamente al rinnovamento del design del dopoguerra.


Grande piatto Donatella
Grande Piatto Donatella
Gio Ponti per Richard-Ginori, 1927


Architetto e designer italiano, Gio Ponti (1891-1979) mette il suo talento di disegnatore al servizio della manifattura Richard-Ginori a Doccia dal 1923 al 1930; e come direttore artistico rinnova l'intera produzione della manifattura.


Coppa Donatella
Donatella, coppa di Gio Ponti
Espressioni di Gio Ponti / Gio Ponti: il fascino della ceramica
Mostra, Milano 2011


Gio Ponti adatta tutte le creazioni dell'azienda alla produzione di massa e concepisce oggetti favorendo un design elegante e raffinato ispirandosi del patrimonio d'Italia: ville palladiane, antichità romana, Rinascimento e periodo neoclassico della fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento.


L'amazzone col pugnale
Vaso "L'amazzone col pugnale"
Gio Ponti per Richard-Ginori
Fonte: Sotheby's



Crea oggetti in porcellana e ceramica, fornendo un occhio nuovo e contemporaneo ad alcuni oggetti di uso quotidiano che andranno ad arricchire le produzioni industriali. Ogni vaso, piatto, tazza, anfora è un elemento originale e unico. Le scelte cromatiche esprimono le intenzioni dell'artista di creare nuove forme poetiche.


Vaso Patrizia
Il vaso Patrizia, vincitore del premio Grand Prix a Parigi nel 1925
Gio Ponti


Queste nuove ceramiche create da Gio Ponti per la manifattura Richard-Ginori saranno coronate da un premio all'Esposizione Internazionale degli Arti Decorativi di Parigi nel 1925.





20/03/14

Il paravento: una tradizione millenaria

Il paravento antico, deriva da una lunga e millenaria tradizione orientale ha accompagnato le mutazioni di vita e di gusto in Francia attraverso i secoli. Mobile portabile per eccellenza, è composto da 2, 4 o 6 pannelli rettangolari, piatti e pieghévoli, collegati tra loro da cerniere. I pannelli in legno sono decorati con dipinti figurativi, eseguiti in policromia o incollati direttamente su supporto. Sono realizzati a volte in seta, in arazzo o su pergamena stesi sopra il telaio.


Paravento in lacca del Seicento - Cina
Paravento in lacca del Seicento, Cina
Fonte: Proantic Denoyelle Europe


Prima di essere importato in Europa nella metà del Seicento dalla Compagnie des Indes Francese e Olandese, i paraventi avevano in Cina e in Giappone parecchi ruoli: all'interno di una stanza come divisorio mobile per permettere di rispettare l'intimità, oppure per preservare il calore, e anche per fermare gli spiriti all'ingresso delle case.

Utilizzato nelle stanze fredde dei castelli e manieri, il paravento ha avuto un crescente successo in Europa, sopratutto dalla metà del Settecento che conobbe l'emergere di una ricca borghesia.


Paravento in arazzo di Aubusson
Paravento in arazzo di Aubusson, Settecento
Fonte: Proantic Olivier d'Ythurbide et Associé


Parallelamente alle importazioni asiatici in lacca nera o marrone con intarsi di madreperla, avorio, pietre semi-preziose, numerosi superbi paraventi sono stati effettuati in Europa nel Seicento e nel Settecento.

In Francia, pittori famosi come Watteau o François Boucher eseguivano dipinti di alta qualità sui pannelli. Sotto Luigi XV, pezzi di arazzi erano appositamente realizzati per adattarsi a l'arredamento e erano inseriti in cornici di legno scolpiti e dorati.


Paravento Napoleone III - Ottocento
Paravento Napoleone III, Ottocento
Fonte: Proantic Thierry Gateau Antiquités


Il suo uso è diminuito all'inizio dell'Ottocento, poi riappare nel 1860 sotto il regno di Napoleone III con l'ondata del Giapponismo ispirando particolarmente i Nabis come Paul Sérurier o Pierre Bonnard a dipingere vere tele sui pannelli dei paraventi. All'inizio del Novecento con il sviluppo dei mezzi moderni di riscaldamento, il ruolo funzionale d'isolante del paravento scompare a favore del suo ruolo decorativo.


Paravento Jean Dunand 1930
Paravento rivestito in foglia argento e lacca naturale ambra
  Jean Dunand, 1930


Nella tradizione della lacca orientale, il paravento Art Deco degli anni 20 "gioca" l'ambiguità tra il mobile e il dipinto. I grandi designers come Eileen Gray e Jean Dunand creano lacche inimitabile con le quale guarniscono paraventi decorati con vari temi e di cui i disegni geometrici sono esemplari.



12/03/14

La maiolica italiana di Castelli

L'arte della maiolica è apparso nel Medioevo in vari luoghi d'Italia. La città di Castelli, nella regione dell'Abruzzo, fu nel Cinquecento uno dei centri della ceramica italiana che rivaleggiava con la produzione dei migliori centri della maiolica italiana di Urbino, Faenza, Deruta Castel-Durante, Pesaro e Monteluppo. Ceramisti di fama ci hanno lavorato come Carmine Gentile, Carlo Antonio Grue, Pompeo di Bernamonte, Orazio Pompei, Francesco Antonio Grue o Nicola Cappelletti.


Albarello circa 1550
Albarello, maiolica di Faenza, cirac 1550
Fonte: Christie's


I pezzi istoriati realizzati a Castelli erano molto ricercati dalle grande famiglie italiane (Aragona, Orsini, Farnese, Colonna) ma anche europee che ordinavano insieme di stoviglie e pezzi destinati a celebrare importanti eventi privati o politici.


Piattino: Tentazione di Gesù
Francesco Antonio Saverio Grue (Castelli, 1686-1746)
Museo Capitolare di Atri


Gli ateliers di Castelli e in particolare quello della famiglia Pompeo hanno prodotto nel Cinquecento pezzi sagomati tra cui principalmente vasi di farmacia, i famosi albarelli "Orsini-Colonna". Le maioliche sono decorate su tutte le loro superficie di scene istoriate, spesso tratte da testi litterari, ma anche di scene bibliche, di eroi della storia romana, o anche di ritratti di uomini e donne.


Piattino di Carlo Antonio Grue
Piattino decorato con ornamenti vegetali e figure di amorini sui bordi
Nella parte inferiore: Giuditta con Oloferne
Carlo Antonio Grue (1655-1723)


A differenza del resto dell'Italia, la produzione di ceramiche di Castelli ha continuato a crescere nel corso dei secoli, sia nella qualità che nella quantità grazie al talento della famiglia Grue. L'iconografia dei suoi piatti è costituita di scene mitologiche e religiose, pastorale, spesso incorniciati da foglie o trofei di solito impreziositi da oro. La sua tavolozza è variegata e le sue composizioni sono ricche e dense, spesso con personaggi presentati da "primo piano".


Grande vaso di Carlo Antonio Grue
Grande vaso con figure mitoligiche, paesaggio e figure di amorini
Contorni evidenziati in oro
Carlo Antonio Grue


Nel Settecento, si sviluppa un nuovo stile di pittura che utilizza una gamma di colori tenui, simile all'acquerella, che contrasta con le maioliche riccamente colorate del periodo del Rinascimento. La varietà dei soggetti rappresentati è arricchita da scene di vita quotidiana, di paesaggi vivaci e armoniosi e antiche rovine.


Coppia di fiasche da pellegrino - Urbino
Coppia di fiasche da pellegrino
Maioliche di Urbino del Cinquecento
Fonte: Christie's